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Arte Greca: perfezione della forma!

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La storia dell’arte si evolve sempre con la storia sociale, politica ed economica di un popolo. Non fa eccezione l’arte dell’antica Grecia che con la sua spasmodica ricerca della perfezione formale nonché di equilibrio e armonia, ha influenzato tanti popoli in tutto il mondo. L’arte greca infatti si discosta e distingue dalle precedenti forme d’arte per una particolare attenzione al realismo e allo studio dell’anatomia umana soprattutto in scultura. Nella pittura l’attenzione era posta più alla resa dei volumi e allo spazio come pure un deciso studio sulla prospettiva mentre nell’architettura lo studio si concentra sul rapporto tra forma e funzione. Quando parliamo di arte greca dobbiamo per forza ricordare che questo tipo di arte comprende tutte le popolazioni di lingua ellenica quindi non solo la penisola greca ma tutte le colonie fondate in Asia minore, sul mar Nero, nell’Italia meridionale e insulare senza dimenticare le isole egee e ioniche. L’arte greca influenzò anche parte dei territori conquistati da Alessandro Magno come per esempio l’Egitto, l’Anatolia e la Fenicia. La sua influenza però non si ebbe solo ad Oriente ma anche ad Occidente soprattutto nell’età dell’impero romano tanto che l’arte romana è considerata una continuazione di quella greca. L’arte greca con la sua perfetta armonia delle forma e plasticità dei volumi ha ispirato un infinità di artisti soprattutto nel periodo del Rinascimento italiano dove artisti come Michelangelo furono chiaramente debitori dei canoni estetici creati dagli antichi artisti greci. L’arte greca infatti raggiuge il massimo livello di perfezione formale e armonica ponendo così le basi del classicismo europeo che avrebbe dominato l’arte occidentale per parecchi secoli.

Il Periodo Arcaico

Gli studi dell’archeologo tedesco Winckelmann portarono alla divisione convenzionale dell’arte greca in quattro periodi che si possono riassumere in arcaico,severo,classico ed ellenistico. Il periodo arcaico tra il VII e VI secolo a.C. viene in genere ricordato come un periodo di sperimentazioni e di forti influenze orientali dove si creano le prime forme di scultura detta dedalica che da il via alla statuaria greca. Proprio in tale periodo è stata scolpita la prima statua ad altezza naturale chiamata la Kore di Nikandre(650 a.C.) il cui materiale fu il marmo ed l’artista anonimo. In questo periodo arcaico le statue sono sempre molto statiche e geometriche con limitate espressioni dei sentimenti. Venivano usati materiali di importazione orientale come avorio, ebano e cedro con cui venivano modellate statue votive di medie dimensioni. Nell’antica polis di Corinto invece prevaleva l’arte della ceramica ed iniziò un importante relazione tra scultura ed architettura tanto che si posero le basi (tetto corinzio e timpano) per il canone del tempio dorico, il più antico degli ordini architettonici greci. 

Il Periodo Severo

 

Il periodo o stile severo è considerato un periodo di transizione tra l’arcaico maturo ed il classicismo. Nello stile severo si può notare una maggiore attenzione al realismo delle figure umane nonché una ricerca del dettaglio anatomico; si cerca anche un rapporto spaziale più armonico tra una scultura e l’altra che porta ad un perfetto equilibrio tra realismo ed idealizzazione delle figure; questa ricerca porrà le basi per una decisa evoluzione della scultura architettonica che aveva il compito di decorare i frontoni che ornavano i templi. Nel periodo severo la maggior parte delle statue erano realizzate in bronzo con l’antica tecnica della cera persa grazie all’ausilio di modelli in argilla e terracotta mentre nella pittura dominano le decorazioni dei vasi in ceramica con una importante evoluzione dalle famose figure nere alle altrettante note figure rosse. Due opere in particolare segnano il passaggio tra stile arcaico e quello severo cioè L’Efebo biondo e la kore di Euthydikos. Mentre tra le statue a noi pervenute la più famosa e rappresentativa del periodo severo è il Discobolo di Mirone anche se quella originale in bronzo è andata perduta mentre la copia romana(in marmo) meglio riuscita è probabilmente il Discobolo Lancellotti. 

Il Periodo Classico

Con la fine dello stile severo intorno al 450 a.C. inizia il periodo classico che si conclude nel 323 a.C. con la morte di Alessandro Magno. Il termine classico voleva significare il raggiungimento di un perfezione formale insuperabile che si poneva come un  arte ideale senza tempo. Il termine classico viene altresì usato nei tempi moderni per indicare opere razionali e dalla forme armoniche e contenute che possono essere prese come modelli. In questo periodo infatti vi è un notevole miglioramento delle conoscenze anatomiche del corpo umano che permette agli scultori di arrivare ad una maestria ineguagliabile ,si raggiunge infatti nel V secolo un apice di perfezione assoluta. Due personalità innovatrici e geniali in particolare contribuiscono al raggiungimento di tale perfezione cioè Fidia e Policleto. Quest’ultimo arrivò persino a studiare le proporzioni del corpo umano in modo matematico così da creare un canone di proporzioni armoniche e ideali che prende appunto il nome di “canone di Policleto”il quale è andato perduto ma che conosciamo grazie a citazioni fatte da storici romani. I suoi due capolavori più conosciuti che ci sono pervenuti grazie a delle copie romane sono il Doriforo e il Diadoumeno che furono statue bronzee. L’altro grande genio del periodo classico fu Fidia che creò un infinità di statue tra le quali la statua di Zeus a Olympia e la colossale Atena sull’Acropoli di Atene e fu persino incaricato di soprintendere i lavori per la decorazione del Partenone. Fu un grande innovatore in quanto cercò sempre diverse soluzioni compositive e i suoi lavori si caratterizzano per lo straordinario “effetto bagnato”del panneggio. Non si possono non ricordare altri grandi artisti del periodo classico come Prassitele, Skopas e Lisippo il quale divenne lo scultore di corte di Alessandro Magno. Anche Lisippo fu considerato dai suoi contemporanei un innovatore in quanto ridusse la dimensione della testa e scolpiva il corpo in modo più snello così che le sue statue sembrassero più alte. I temi più ricorrenti nell’arte classica si incentrano sul “mito” infatti in questo periodo pullulano immagini di divinità, eroi semidei, ninfe, giganti e mostri da sconfiggere.

Doriforo di,Policleto

Il Periodo Ellenistico

L’ultima fase dell’arte greca viene chiamata ellenistica e parte convenzionalmente dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla conquista romana dell’Egitto (31 a.C.). La prima differenza che si nota tra arte classica ed ellenistica è che le sculture diventano più naturali e quindi meno idealizzate e perfette infatti venivano scolpite anche persone comuni e scene di vita quotidiana. Tra le opere più famose di questo periodo bisogna ricordare la Nike di Samotracia, la Venere di Milo, il Galata morente ed il gruppo del Laocoonte. Osservando queste opere si evincono chiaramente le  differenze tra la perfetta ed austera arte classica e la più emotiva e drammatica arte ellenistica che si arricchisce anche di maggior movimento. In questo periodo cominciò con costanza la realizzazione di ritratti che dapprima raffiguravano sovrani e uomini illustri poi si diffuse anche alle persone comuni ma certamente abbienti.

Nell’antica Grecia un punto d’incontro tra arte e religione era dato dall’architettura che aveva un ruolo molto importante nella vita pubblica e quotidiana dei cittadini. I tre famosi ordini architettonici greci ovvero dorico,ionico e corinzio furono codificati nel periodo arcaico anche se l’origine è piuttosto controversa e ancora aperta a varie supposizioni. Nell’età classica l’edificio più importante è ovviamente il Partenone dedicato alla dea Atena; è il più grande tempio dorico meglio conservato e simbolo di Atene e dell’intera Grecia. Le sue proporzioni sono perfette e nonostante sia stato edificato in ordine dorico per le sue dimensioni si avvicina all’ordine ionico. Il periodo ellenistico è molto importante in quanto l’architettura greca si diffonde oltre i confini greci e delle colonie grazie all’opera di unificazione dell’immenso impero di Alessandro Magno.  

Conclusioni

Nell’antica Grecia i mestieri manuali come scolpire e dipingere venivano considerati come semplice artigianato tanto che i pittori e gli scultori non avevano lo status sociale di “artista” ma di semplice artigiano il quale imparava il mestiere a bottega e che molto spesso era schiavo di ricchi personaggi. Solo con l’età ellenistica dopo il 320 a.C. i lavori manuali quali la scultura e pittura riuscirono ad avere la stessa dimensione sociale di poeti e drammaturghi. Proprio in questo periodo i ceramisti iniziarono a firmare le loro opere mentre l’arte scultorea e pittorica venivano finalmente associate a persone di cultura così da fare nascere le prime collezioni private nonché il mercato dell’arte vero e proprio. L’arte greca in realtà non finì con la conquista della Grecia da parte dell’impero romano anzi influenzò sia l’arte che molti altri aspetti della società romana. Anche tanti artisti del Rinascimento italiano presero come modello di riferimento  l’assoluta armonia e perfezione della forma idealizzata dagli artisti greci i quali riuscirono a plasmare e diffondere un arte classica, immortale e senza tempo!

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